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Coli |
Quando ci siamo trovati al parcheggio di Bobbio gran parte dell'entusiasmo della mattina era svanito. Vento a forti raffiche dal mare, nuvoloni neri che correvano in cielo. Insomma : questo giro lungo anche oggi non s'ha da fare.
Partiamo un po' così, con poca convinzione, pronti a girare la bici alle prime gocce. Di freddo ne abbiamo preso abbastanza pochi giorni fa al Cappelletta. Non è necessario ripetere l'esperienza : io e Ben ci ricordiamo bene cosa vuol dire scendere senza riuscire a tenere bene il manubrio perchè sotto la pioggia gelata si trema come budini.
Passiamo il ponte a Coli e iniziamo la salita verso il passo Santa Barbara. Dopo pochi chilometri ecco le prime gocce. Che si fa? Ben e Giorgio scrutano le nuvolone scure. Forse se puntiamo al passo e poi ci muoviamo verso la bassa valle ce la facciamo. Dai, si va. Con questa specie di spada di Damocle metereologica continuiamo la salita. Il vento a raffiche rabbiose ci aiuta in alcuni brevi tratti ma ci butta letteralmente a valle dopo ogni tornante.
Le gocce non aumentano, anzi, si diradano. Se non fosse che con questo vento si fa una fatica doppia, il panorama sarebbe spettacolare : ma ci vorrebbe l'audio. Ad un certo punto, passando vicino a due piloni della linea elettrica io e Giorgio ci guardiamo stupiti : ma è davvero il vento che muggisce e ringhia cosi' tra i cavi? La risposta è sì.
Arriviamo al bivio a poco meno di 900m di quota e Andrea e Nica decidono di rientrare. Nica è costipata e indebolita, meglio evitare il peggio e poi è già incredibile che in queste condizioni sia arrivata fin qui.Scenderanno su Perino e poi ad Andrea toccherà il compito di scortarla fino alla macchina con il lungo controvento fino a Bobbio.
Ben, Giorgio ed io invece continuiamo fino al passo Santa Barbara. In mezzo alla foresta il vento è meno feroce e si sale con più regolarità, anche se le pendenze spesso strappano all'improvviso e costringono al fuorisella. Dopo qualche pezzetto a piedi necessario per il fondo stradale impossibile raggiungiamo l'angelone. Qui si decide : o torniamo subito su Perino o, su suggerimento del saggio Ben, puntiamo verso il passo Cappelletta, scendiamo a Farini e poi rientriamo in Val Trebbia superando il passo del Cerro. Optiamo per questa seconda opzione. E bene abbiam fatto.
Oddio, non ero mica poi così convinto che la scelta fosse giusta mentre arrancavo sulle rampette prima del passo Cappelletta : ma non doveva essere solo discesa fino a Farini?
Poi finalmente comincia la spettacolare discesa, che richiede pero' grandi doti da equilibrista perchè ad ogni curva Eolo prova a buttarci per terra. Farini-Bettola è un rapido treno col vento in poppa dominando il Nure, poi, a Bettola, comincia la salita al Cerro, l'ultima di giornata secondo il programma. Ora il sole fa capolino e a metà salita Ben indica il passo Cappelletta in lontananza : completamente annegato in una nuvolona nera. E noi eravamo lì poco fa. Ben-Giove Pluvio : 1-0.
Anche la discesa dal Cerro richiede molta attenzione ma uno se la gode, tanto sa che da lì poi è solo discesa.
Ma mi ero dimenticato dalla Moroni Adventures, sì, quella del CEO motivatore. Eccolo qua, infatti, il CEO che a Perino a fondovalle fa :" bè dai perchè invece di farci il controvento fino a Bobbio non prendiamo la deviazione e saliamo a Lagobisione sul lato protetto dal vento? Tanto di salita ce ne è davvero pochina..." Be' la scelta tra tirare controvento e una breve salita e poi discesa protetti dal bosco è una scelta facile. E quindi io dico subito "Si'!" Ben, il saggio : "insomma....ma sei sicuro?"...
Mentre sbuffavo lungo i tornanti della salita - vera salita!- verso sto malefico Lagobisione (che è pure senza nessun lago; di bisioni, poi nemmeno l'ombra) ho capito che il saggio Ben-Yoda aveva ragione. oh! ma qui si sale ancora! E per fortuna che doveva essere solo un pezzetto in leggera salita. poi lo stesso Ceo ammetterà serafico che una rampa in piedi dopo il paesino proprio non se la aspettava e che anche lui lì ha invocato alcune decine di santi del calendario.
Finalmente , scollinato a quota 500, comincia l'ultimo tratto : una planata verso Bobbio. Sosta foto con ginestre e in pochi colpi di pedale siamo di nuovo alla macchina.
In carniere ci troviamo circa 85 km e circa 2100m di dislivello. E pensare che eravamo partiti con l'idea di tornare in fretta a mettere le gambe sotto il tavolo.
Giove Pluvio : stavolta ti abbiamo fregato.
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Ponte di Coli |
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Nica Ben e Anrdea |
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Salita e nuvoloni |
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Il Trebbia |
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piove, che si fa? |
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Si continua! |
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Salendo verso la foresta di Sant'Agostino |
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Ben e Andrea programmano la giornata |
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CEO |
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Ben-Yoda |
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Il trio residuo in salita |
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Rocce e sfasciume |
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Traffico? |
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Salendo su fondo stradale impervio |
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A volte bisogna mollare la bici : sullo sterrato non si sale |
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Strada spettacolare prima del passo |
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Angelone |
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Discesa su Pradovera |
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Resistendo alle raffiche |
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Sotto l'angelone |
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Pradovera : sosta acqua |
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La foresta al Cappelletta |
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Dopo il passo Cappelletta |
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Planando - letteralmente,grazie al vento - in Val Nure |
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Discesa in Val Nure |
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Laggiù, Bobbio |
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Giorgio e Ben |
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Soddisfatto : siamo arrivati! |
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Bobbio |
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