Le Capanne di Marcarolo, respinti a meta' dell'opera.
Certo le previsioni non erano molto promettenti. E siamo pure partiti da Milano con la pioggia.
Pero' l'avvicinamento a Novi ci aveva poco a poco illuso di poter concludere il giro in programma. Un giro impegnativo, non c'e' che dire, una bella combinazione di distanza e dislivello : da Novi, attraverso il parco delle capanne di Marcarolo in discesa verso Genova per poi scalare il passo della Bocchetta e tornare a Novi. Alessandro weatherman Narici ci fa da Virgilio. Ci troviamo in 6 in piazza a Novi : Alessandro, Aldo, Corrado, Enrico, Renato ed io.
Sono il piu' stagionato del gruppo, quindi nei primi tratti pedalo preoccupato. I primi kilometri verso Gavi scorrono abbastanza tranquilli. Il tempo sembra tenere e la strada tra i colli e' davvero piacevole. Certo 'sti dolci colli di Novi non son dolci per niente. Ogni 4-5 chilometri ti piazzano uno strappo di quelli che mette a dura prova il cambio e le gambe.
Scrutando il cielo dalla cima del Monte Lanzone.
Pero' alla fine sono chilometri piacevoli, nei quali ogni tanto si chiacchiera (non certo lungo gli strappi) e che riconciliano con un paesaggio bucolicamente rasserenante. Fin qui tutto bene, poi Alessandro ha cominciato con la storia del mangiaebevi. Lui ha un concetto tutto suo del mangiaebevi : una salita irregolare con pendenza media inferiore al 10% e' comunque un "mangiaebevi". Chiaro che, in questo mangiaebevi si finisce sempre molto molto assetati. Bene : l'avvicinamento all'attacco della salita alle capanne di Marcarolo e' proprio un tipico mangiaebevi alessandriano. I tratti in discesa sono sempre veloci e brevissimi e gli strappi in salita durano sempre quei 5-700 m di troppo. Ma alla fine arriviamo all'attacco della salita.
L'ascesa ai piani di Praglia si divide in due parti. La prima e' regolare e abbastanza dura : sale di circa 330 m in poco piu' di 4 km. Da qui, dopo un breve falsopiano, si scende per qualche km e poi inizia un iregolarissimo ma micidiale "mangiaebevi" fino al passo.
Corrado, una delle rare volte in cui e' possibile fotografarlo da davanti
Come era previsto dal copione Ale e Corrado (che pedalano in un altro campionato) partono alla base della prima salita e li rivedremo in cima. Renato ed io seguiamo, con Enrico poco dietro di noi. Arrivati in cima, Aldo ci comunica che ha deciso di rientrare e ci saluta : contando che siamo gia' oltre il km40 finira' anche lui con piu' di 80 km nelle gambe.
Renato, Enrico, Ale, Corrado, Aldo
La discesa verso il fondo del Parco e' bellissima. Il cielo e' nero e gonfio di pioggia ma il panorama e' affascinante. Una valle selvaggia, completamente deserta, con un torrente che scorre scuro tra contrafforti di roccia scavati dall'acqua. E' una strada totalmente priva di traffico, sembra di pedalare su una lunghissima pista ciclabile. Arrivati a fondovalle e superato il torrente Gorzente la strada ricomincia a salire.
Renato si attrezza prima della discesa nel parco
E' un salire impegnativo. Si procede infatti a singhiozzo, non e' possibile prendere un ritmo regolare perche' la pendenza cambia continuamente e i tornanti e le curve costringono spesso al fuorisella.
C'e' anche un breve tratto in pave', nei pressi del sito che ricorda i martiri della Benedicta : una cascina al centro di un agglomerato di abitazioni nella foresta di Marcarolo. Qui nel 1944 i nazifascisti ammazzarono 147 partigiani e ne deportarono 400 dopo aver distrutto le costruzioni.
Discutendo di ruote in cima ad un passo
A poco a poco pero' l'altimetro segna un bel guadagno di quota, ma malauguratamente, oltre i 700 m cominciamo a pedalare all'interno di una nuvola. Il cielo e' davvero nero ormai, e comincia a cadere qualche goccia. Quando raggiungiamo il culmine della salita piove con decisione : scrutiamo la discesa immersa nella nebbia. Non vale la pena di rischiare inutilmente una lunga discesa tecnica con visibilita' ridotta e pioggia battente. In fondo noi non siamo pagati per farlo (per il momento, perlomeno : Ale sta aspettando un contrattino con quelli della Liquigas).
La discesa verso Campo Ligure e' davvero divertente : la strada si snoda sinuosa nel bosco con curva che e' un piacere pennellare (con molta attenzione all'asfalto umido e a qualche chiazza di brecciolino).
Da Campo Ligure si tratta di tornare verso Gavi e Novi lungo la provinciale del Turchino: in pratica dovremo pedalare in falsopiano veloce per una ventina di km per poi riagganciarci al punto di partenza della salita alle Capanne. Da lì in poi si tratta solo di rifare al contrario il "beviemangia" fino a Novi.
Nel fondo valle Corrado e Ale si sobbarcano il compito gravoso di pilotarci a medie degne di motociclisti : si guadagnano la grande riconoscenza di Enrico, Renato e mia. Un provvidenziale passaggio a livello ci impone uno stop e io ho per fortuna un momento per tirare il fiato : ad ogni curva o dosso questi rilanciano a 45 km/h e io fatico come un mulo per restare attaccato ai mozzi di chi mi precede.
A questo punto il ruolo di Alessandro diventa cruciale : siamo tutti un po' frollati e quindi il nostro Virgilio decide di snocciolarci a poco a poco tutte le difficolta' che ci restano prima del traguardo. Superato lo strappo graffiante di Belforte Monferrato Alessandro ci informa : mancano ancora 5 salite.
Da qui in poi e' tutto uno scrutare il nostro Virgilio in attesa del conto alla rovescia. Ogni volta che la strada sale Virgilio si pronuncia. Attendiamo con ansia il suo verdetto sperando nel fatidico "ecco, dopo questo ...meno 3" . Ogni volta che invece Virgilio annuncia allegramente " e' solo un dosso..." oppure (ancora peggio) "e' uno strappetto interlocutorio" si sentono tristi borbottii di delusione e inviti a Alessandro ad andare a farsi interloquire da qualcuno.
Poi, subito dopo Gavi, Ale annuncia con fare seriamente autorevole :" questa e' una salita, DURA".
Urca. E ha ragione. Roba breve, certo, ma il 12-13% quando hai circa 100 km e piu' di 2mila metri nelle gambe e' davvero una rasoiata.
E ci si rende conto che il beviemangia puo' essere addirittura peggio del mangiaebevi. Ma manca poco : altre due salitelle e un breve "strappetto interlocutorio" e siamo di nuovo a Novi.
Alla fine 110 km e 2200 m di salita macinati a quasi 26kmh di media.
La pioggia? la abbiamo lasciata in cima alle capanne di Marcarolo, insieme alla voglia di riprovare la discesa verso Genova e il passo della Bocchetta. Ma sara' per un'altra volta.
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