Pausa caffè ad Agazzano |
Il programma di giornata prevede la scalata del passo Caldarola e poi la planata su Travo. Lì mi aspetta il gruppo dei veri atleti per una galoppata tra Val Tidone e Val Trebbia.
Dopo un paio di chilometri di fondovalle, si punta a sinistra verso Azzano (strano come questi luoghi abbondino di doppie Z : Azzano, Piozzano, Agazzano, Rezzanello..).
Due settimane fa avevo fatto questa strada in senso inverso con Giorgio. E per l'ennesima volta noto che una strada in discesa, ripercorsa dal basso e in senso opposto diventa una salita.
In questo caso poi trattasi di salita rognosa dato che i primi 3 km sono al 9% medio con punte al 12-13%.
Non posso nemmeno prendermela poi tanto comoda perché mi aspettano e quindi : giù la crapa sul manubrio e avanti e su!
Dopo il primo tratto faticoso la strada spiana un poco : si può' rifiatare prima dell'ultima rampa che mi porta ad agganciare la strada sul crinale verso il Passo Caldarola.
Da quassù una picchiata goduriosa su Travo dove trovo Nica, Andrea "il Vecio", BeniaminoGoogleMaps e Guido.
Andrea e Guido |
Partiamo alla volta di Agazzano scendendo verso valle sulla sinistra del Trebbia. La strada è un piacevole saliscendi : si chiacchiera e si pedala in leggera discesa. Dopo alcuni chilometri di piacevole relax Andrea suona la fine della ricreazione : brusca svolta a sinistra e ZAC! si sale verso Momeliano.
Ben e Nica |
Io come al solito adotto la tattica suicida del partire in tromba per poi scoppiare dopo poco. La tattica funziona benissimo fino al punto "in tromba", purtroppo arriva anche il punto dello scoppio, anzi piuttosto prestino, e non resta altro che farsi sfilare mestamente. Fortunatamente lo strappetto è abbastanza breve e poco prima della mia detonazione Andrea esclama "prendiamo a destra!" Sono salvo, la strada spiana.
Andrea come sempre molto gentile fa " ueilà, ma sei in gran forma...hai una gran gamba!" io sto uscendo dall'apnea pre- scoppio e faccio appena in tempo a replicare.." sì ma purtroppo in bici ce ne vogliono due......."
Nica guida il gruppo sul crinale verso Agazzano |
Ben e Andrea |
Guido scultoreo uomo-radar |
E' così gradevole che quasi quasi mi dimentico delle giberne : sono loro, malefiche e subdole, a ricordarmi la loro presenza non appena la strada strappa un pochettino.
Sant'Antonio abate protettore dei viandanti. |
Ed eccoci ad Agazzano. Pausa caffè? ma certo! tanto nessuno ci corre dietro e ci adesso ci aspetta la salita al passo Caldarola passando da San Gabriele.
Si tratta di un tracciato nuovo, almeno per me. Non per Beniamino e Andrea, esperti conoscitori del luogo. Ben come al solito è una specie di GoogleMaps ambulante. Mentre pedala regolare indica ogni minimo grumo di case e snocciola nomi e indicazioni. Io, che ho una memoria geografica che si limita al massimo ad un raggio di poche centinaia di metri intorno a casa mia, sono sempre ammirato da questa dote naturale del nostro. L'unico rammarico è che so per certo che per ricordare i nomi dei luoghi, una volta a casa, dovrò' ricorrere al signor-gugol.
Fioriture ad Agazzano |
Verso San Gabriele |
Nuvole minacciose ma asciutte |
Gruppo in salita : come si vede strade molto trafficate |
Il Vecio in spinta |
Poi, mentre pedaliamo lungo il crinale che ci porta verso il passo Caldarola scopro che Guido è appassionato cacciatore e naturalmente dotato di sguardo radar. Cioè, sembra che stia pedalando lungo la strada, ma in realtà "bzzzzzz-----bzzzzz-----bzzzz" sta scannerizzando l'ambiente circostante. Ed infatti mentre mi sta raccontando di avventure nello Yukon (sì, proprio quello dei miei eroi giovanili dei libri di Jack London e Zane Grey) mi fa con disinvoltura " ecco, vedi' laggiù in quella radura, vicino al bosco? c'è un daino" Eh, ma dai! Ma come ha fatto a vederlo? E' tutto a destra e defilato io a malapena lo distinguevo da un piccolo cumulo di fieno. Insomma c'è chi ha GugolMaps (Ben), chi ha il radar (Guido). Io ho le giberne. Vabbè.
Andrea il Vecio |
Da San Gabriele |
Mi sto godendo la discesa quando poco dopo Azzano su un tratto pianeggiante all'improvviso da una siepe sbuca un botolo incazzatissimo che punta ringhiando il mio polpaccio sinistro. Urca! Sparo uno dei miei momenti froomici (gambe che frullano indiavolate per qualche secondo) , aiutato anche dalla discesa, ma il piccolo bastardo non molla e sgambetta a più di 30 all'ora. Ma guarda te se dopo tanto chiacchierare di caccia mi doveva toccare anche il botolo cacciatore! Fortunatamente il momento "detonante" (parto in tromba e poi scoppio) non è solo una mia prerogativa e infatti il piccolo bastardo all'improvviso molla il colpo e si affloscia nell'erba a bordo strada..Polpaccio intonso, almeno per stavolta.
Ancora qualche chilometro di discesa e di fondovalle e sono di nuovo alla macchina.
Insomma dopo 80 km e un po' più di 1600 m di dislivello sono anche riuscito a farla in barba ad un pericoloso predatore. Be', son soddisfazioni.
Dalla tangenziale di San Gabriele |
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