Ultima pedalata del giro. Oggi si prevede tappa relativamente breve ma scenografica con scollinamento a 1900m.
Raggiungiamo "Downtown - Camigliatello" e ci dirigiamo verso il valico di Monte Scuro. Prima peró chiediamo qualche indicazione a gentili locali che ci indicano ciascuno una direzione diversa, tant'è. Finalmente troviamo la salita che è come si dice "pedalabile" in mezzo ai boschi verso il passo.
Il valico a 1600 m è il primo punto di stop di giornata. Prima sorpresa: dopo un tentativo su una salita sbagliata veniamo indirizzati per il verso giusto da un paio di cortesi signore che però ci avvisano : non si può valicare, la strada è bloccata dalla neve. NEVE! Poco male, decidiamo di salire e poi, nel caso tornare indietro.
Salendo verso Botte Donato.
Superfluo dire che il traffico non era fastidioso, perlomeno quello automobilistico . Piuttosto il traffico di coleotteri era decisamente vivace: saliamo ciascuno circondato dalla propria personale scorta armata di mosche e mosconi. La strada sale abbastanza gradualmente e nelle zone d'ombra effettivamente c'è ancora qualche chiazza di neve.
Si alternano radure e zone di vegetazione più fitta, ogni tanto qualche prato con visuale più aperta verso la vetta.
Dragan e il furgone sono respinti da una spessa massa di neve che effettivamente copre la strada in una zona d'ombra. Le bici però passano ed è una vera fortuna. La salita da qui è spettacolare e la sensazione di pedalare ogni tanto in mezzo alla neve in giugno è unica.
Il panorama dalla vetta è come al solito mozzafiato con la vista del lago più in basso e una serie di contrafforti di foreste a perdita d'occhio.
Purtroppo,altro lato della medaglia di una fioritura imponente, in vetta ci si può fermare poco: ronzano migliaia di vespe, . Lello ipotizza: "ci deve essere un concessionario qui vicino".
La luna discesa ci porta a Lorica lungo il lago Arvo. Dopo un breve e quasi ascetico ristoro (Dragan aveva esaurito il companatico) ci muoviamo in direzione del Lago Ampollino, destinazione finale del giro.
Lago Arvo
Lago Arvo
Dopo un po' di bivi imbocchiamo una strada (in teoria chiusa per lavori) che si snoda in mezzo al bosco. Qui un lieve senso di inquietudine monta mano a mano che i km passano e si pedala sempre in mezzo a splendidi boschi ma senza traccia di laghi di sorta. Sbagliare strada in bici può essere molto doloroso soprattutto se, come qui, non c'è mai un pezzo in piano.
Residui del fuoristrada-dentroneve
Lungo la strada verso il Lago Ampollino
Ovviamente la strada era chiusa per lavori solo nominalmente e in realtà ci è passato pure il furgone. Poi arriva quello che il ciclista prossimo al traguardo teme di più : la salita "incognita". Uno già assapora la birretta e le gambe sotto il tavolo e Zac! gli si profila davanti una salita in mezzo agli alberi con tornanti che non ne fanno vedere la fine. Roba da fiaccare resistenze ciclopiche (in effetti Roberto ammetterà che Alberto lo ha trattenuto dal fermarsi buttando la bici in mezzo alle felci e invocando un qualsiasi mezzo a benzina, diesel o elettrico purché non a pedali).
Lago Ampollino finalmente.
Ma la salita è breve e dopo poco pedaliamo lungo le rive del lago. In Albergo parte un carosello di docce e carico furgone per consentire a Sragan e Ugo ( che comunque non rinuncerà al suo piattino di pasta fatta in casa prima del via) di partire per la loro traversata dello stivale col furgone stivato all'inverosimile.
L'albergo è davvero improbabile ma la pasta è squisita soprattutto se adeguatamente "caricata " con olio al peperoncino.
A tavola inquietante conferma della problematicità psicologica di alcuni, non imputabile alla bici, peraltro.
Alle 7 ci muoviamo verso Lamezia.
Il giro termina qui.
Dopo circa 850km , 8300m di dislivello, n-mila calorie consumate e z-mila (con z molto maggiore di n) calorie ingerite, sull'aereo per Malpensa salgono 26 chiappe ammaccate ma 13 animi ristorati.
Alla prossima.
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