domenica 22 settembre 2013

Vendemmia in Oltrepo, ovvero l'apoteosi del succhiaruota.





Un bel giretto, visto che siamo a MIlano. Questo era il programma previsto da aleLokomotiv quando ci siamo sentiti venerdì sera.

Alla conca fallata ci ritroviamo in 4 alle 830 di sabato mattina : Ale, IronEnrico, Matteo ed io. Allora tanto per chiarire : io ero il più vecchio fra tutti, quello meno allenato, quello meno forte e, soprattutto l'unico dotato di giberne d'ordinanza.Cioè : abbastanza per stare preoccupato, no?





La tentazione di salutare la compagnia e dedicarmi ad un più tranquillo giretto nella bassa è stata forte. Ma non ho fatto in tempo ad accampare una scusa credibile che eravamo già partiti.
I primi colpi di pedale sono abbastanza tranquilli : si va poco sopra i 30 e io ho già acquisito la posizione che caratterizzerà la mia giornata di sella : sto a ruota.


Pedalando verso Pavia : da sinistra Ironenrico, Ale e Matteo
 Non importa di chi o di cosa : io comunque sto dietro.Aria ZERO (ove possibile : Matteo dal fisico cancellariano offre buono schermo, Ale in stile Andy Schleck invece copre poco e IronEnrico infine è ancora più secco : muscoli longilinei e ossa offron poco riparo dal vento).

Lì davanti si chiacchiera e si ride : uno dei rari momenti in cui non sono a ruota (sto fotografando)
 I due davanti (Ale e Matteo) se la contano a 35 kmh e chi sono io per interromperli? Nessuno. E infatti me ne sto acquattato dietro la ruota di Matteo e penso con preoccupazione a cio' che mi aspetta.
Dopo 30km  di Naviglio siamo a Pavia. Ale ci guida sicuro verso la statale che ci porterà a Broni.

Ora, qui si pone un problemino perchè incontriamo un paio di altri ciclisti che tenderebbero a non farsi superare, quando invece la nostra locomotiva si sa mal sopporta "materiale umano" di fronte alla ruota anteriore.
Così senza accorgercene (cioè io me ne sono accorto eccome) maciniamo i 20 km verso Broni a media crescente ma sempre oscillante tra i 35 e i 38/40. Io sto a ruota e rimugino inquieto.

Primo carteggio : ne seguiranno altri "vigliacco Oltrepo"

La sosta di fronte alla Farmacia è casuale e Enrico non sta mostrando le nuove fiale di EPO...
 In un attimo siamo a Broni. Qui io mi raccomando tanto ad Ale: "per favore occhio a quello che facciamo; qui è un attimo perdersi e doversi sciroppare un bel po' di colli. Io vorrei tornare a casa dai miei cari e già ora so che mi mancano, adesso, 60 km. Quindi : per favore un giretto in collina e via!" Ale mi guarda e fa : "no se preocùpe!"
Yo me preocùpe invece.

Primi colli
Ma sarà stato il tanto stare a ruota o non so che, fatto sta che in salita vado abbastanza. Senza forzare cerco di tenere dietro ai miei forti compagni di pedale portando le giberne in cima ai colli.
E ce la faccio abbastanza bene.
Il resto lo fa il panorama che, come sempre in questa stagione è magico. A parte un po' di nebbiolina arrivando a Pavia il resto della giornata è limpido e con quell'aria settembrina che rinfranca.

Salendo verso  San Damiano al Colle: son tutti già lassù!

Fine salita intermedia

Profili dei colli dell'Oltrepo
Su e giù per colli tra le vigne in paesini dai nomi più buffi (Maccarone dei Frati, Montù Beccaria, Scorzoletta Molino, Michelazza, Montecalvo Versiggia) : siamo passati anche da Boffalora (gemellata con Boffalora Ticino?) e da Francia (volevo fotografare il cartello per fingermi vicino al confine...)

Vigne ancora cariche

Il giardino dell'ottimista
 La vendemmia per alcuni è già finita mentre per altri deve ancora cominciare. Fatto sta che ogni tanto pedaliamo immersi in un inebriante profumo di mosto. Roba che ce ci facevano l'etilometro a fine Oltrepo ci sequestravano le bici.


Scivoliamo su e giù per questi colli morbidi con i vigneti che cominciano a chiazzarsi di arancione e amaranto. Va bene c'è anche qualche salita : cioè, per ogni discesa c'è una salita. Ma come si fa a non amare la bici in questo ambiente?

Salita in fuorisella 1

Salita in fuorisella 2

Salita in fuorisella 3
 Ad ogni bivio il nostro sicuro Cicerone Ale ci indica perentorio : "di qua!" "di là!" finchè.... Finchè arriviamo in questo paesino che non era dove doveva essere. O meglio , lui, il paesino, era dove doveva essere, eravamo noi che non dovevamo essere lì! Perlomeno secondo il carteggio della nostra guida.

Ale decide quindi di chiedere ad alcune persone ferme alla fermata di un bus che pero' non sono di grande aiuto salvo proporgli di prendere il bus e vedere dove arrivava.

San Damiano al Colle : Ale chiede informazioni ai passeggeri in attesa del BUS

Enrico chiede aiuto cartografico a impiegati comunali locali
 Fortunatamente Enrico nel frattempo interpella un locale dipendente pubblico che, gentilissimo, provvede a indicargli la strada. Ad un certo punto da lontano li abbiamo visti inginocchiati sul vialetto del giardino "oh, guarda là, avranno perso una lente a contatto.." invece era il dipendente comunale che tracciava una minimappa per terra con un gessetto. Una sorta di GoogleMaps on demand ante litteram!

"dunque, pensavo che fossimo qui....invece siamo.....qui. No, forse qui..... Ah! no qui, qui. No , nemmeno qui....ma vigliacco Oltrepo!"

Ci rimettiamo in sella e stavolta seguendo IronEnrico puntiamo verso Santa Maria della Versa. E qui il gibernauta (che poi sarei io) si produce in una eroica tirata di ben 1,8 km (forse 2) in leggerissima salita : sì, me ne sto lì davanti e tiro il gruppo. Poi, arrivati a Santa Maria la versa dichiaro convinto :" oh, ragazzi, io ho tirato e ho fatto la mia parte. Adesso tocca a voi riportarmi a casa." La faccia come il culo in certi casi è fondamentale.


Appunto....

Vigneti
Manca ancora la salitella a Crocetta che, tanto per gradire, maciniamo a 1000 di VAM (io, gli altri anche di più). Da qui si comincia la lunga trenatona verso Milano.
Qui devo dire ammiro senza riserve i miei compagni : cambi lunghi ma regolari, velocità costante tra i 32 e i 38 (più verso i 38, però). E io me ne sto dietro a ruota ben coperto. Cioè tanto per chiarire : avevamo già 100 km sul Garmin e io finora avevo fatto uscite al massimo di 70 km :roba che potevo cascare dalla bici da un momento all'altro.D'altro canto io sono un teorico degli allenamenti pianificati e regolari.

Po dal ponte della Becca
Invece riesco a stare a ruota e si va che è una bellezza finchè ci capita una combinazione di sfavorevoli circostanze (english understatement) : Matteo Buca. E questo ci puo' stare in un giro in bici. Purtroppo Matteo ha i tubolari (che sono rognosi come so da precedente esperienza). Inoltre Matteo buca nel punto peggiore di tutti i 150 km del giro : in MEZZO al ponte della BECCA.  Spazio ristrettissimo e poche alternative se non riparare la ruota lì. Prima Matteo prova invano con la schiuma. Il foro non si è aggiustato, in compenso se avesse voluto avrebbe potuto fare una barba perfetta alla ruota. Ho preferito evitare di offrirgli il dopobarba per il cerchio.

A questo punto Matteo sfodera un tubolare nuovo e con l'aiuto di Enrico (io ero incaricato di reggere il telaio senza ruota posteriore e di avvisare eventuali stiramenti di chiappe da parte della auto che sferragliavano sul ponte) inizia il montaggio.


Laggiù, piccolino a bordo strada c'e' Matteo appiedato. Fra un po' lo raggiungeremo per il pit stop tubolare più veloce dell'anno. 
E qui tra me e me (memore di quanto avevo visto fare in una uscita mattutina durante la quale , per un cambio tubolare, ho imparato dal compagni di avventura del caso una quantità sorprendente di nuove e articolate imprecazioni emiliane) mi dico " Ahia....arriviamo a casa per cena, se non siamo prima costretti ad un salto nel Po da un passaggio di un pullman ". E invece si fa il miracolo! Matteo abbraccia la ruota (forse la bacia anche per convincerla a miti consigli) e in un attimo il tubolare è montato. Via!
Si riparte.

I successivi 40 km sono per gli altri una sorta di defaticamento per me una sorta di graduale annientamento. Alla fine sognavo panini e birrette : grazie al cielo i tre se ne accorgono e riducono di un cicinìn il ritmo. Mai le periferia di Milano mi è sembrata più bella. Forse, un pò troppo estesa per chi ormai aveva finito le energie.

Alla fine poco meno di 150 km con poco meno di 1000 m di dislivello macinati a poco meno di 30 kmh di media. 
Vendemmia di un'ottima annata.




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