lunedì 1 ottobre 2018

Dagli amici mi guardi Dio......diceva Tucidide (ovvero : "fenomenologia di Mottarone.org)



Dice Marco Farina -anfitrione del Mottarone, nonché animatore della premiazione più lunga della storia (roba che schianterebbe un monaco zen)- : “il Mottarone è una metafora della vita : come la vita è dura, ma con gli amici è tutto più facile”.

E mentre scodella questa perla di saggezza al nostro Marco gli vengono pure due lucciconi.

BALLE!
FAKE NEWS!
CONDIVIDI SE SEI INDIGNATO! (scusate, questa mi è scappata)

Ma le commoventi frasi di Marco, roba da crisi iperglicemica, sono comunque BALLE! Create ad arte con uno scopo ben preciso :  per attirare i nuovi venuti, quelli che rientrano ancora nella categoria dei “semplici conoscenti”, che possono cadere facili prede di questa languida retorica da strapazzo.

Ecco cosa è la cronoscalata del Mottarone : una trappola per “semplici conoscenti”.

In realtà chi il Mottarone lo frequenta  da tempo (e sempre verso fine settembre) in occasione della cronoscalata sa benissimo che c’è una sola cosa che per le proprie coronarie è peggiore di scalare il Mottarone.
Ed è scalare il Mottarone “tra amici”.



Il “Semplice Conoscente” che capita per la prima volta nel gruppo (ormai foltissimo) dei partenti, non sa cosa è accaduto nelle ultime settimane. Non sa di spedizioni a Baveno in gran segreto durante i mesi estivi  (alcuni pare si allenino in notturna anche sulla Valcava….così per rodare la gamba nel più assoluto mistero), non sa di allenamenti con Strava “accecato” per non condividere i propri progressi, di salite a Levo fatte a tutta manetta col Garmin lasciato al parcheggio per non segnare i km e il dislivello.Non sa di diete arcigne e di lotte mattutine con la bilancia. Non sa di incontri casuali in vetta, quelli in cui si dice nascondendo la bici “io son salito in funivia solo per mangiare la polenta” (poco credibile se uno è sudato come un cammello e vestito di lycra attillata - Rapha only, per carità!).

Fasi di studio "amichevole"

Il “Semplice Conoscente” guarda la combriccola di amici festanti e tutto questo non lo sa. Li vede che si danno amichevolissime pacche sulla schiena e che si ripetono l’un l’altro “io oggi son qui solo per passeggiare” (ed infatti ha addirittura tolto le viti del portaborraccia per alleggerire la bici), “io invece quest’anno non ho km nelle gambe” (e certo, i KM se li è lasciati tutti dietro le spalle dato che ne ha fatti più in bici che in auto), e poi l’ineffabile “a me basta solo arrivare in cima, che tanto ogni volta è una conquista” o l’esagerato “ a me piace moltissimo questa cronoscalata perché il panorama è spettacolare” (ma quando mai hai il tempo di guardare il panorama,  se il tuo orizzonte visivo è al massimo esteso al decimetro quadro di asfalto sotto la ruota davanti e al massimo scruti per un fuggevole attimo la faccia dell’”amico” lì vicino sperando di distinguere in una minimo tremolio del falso sorriso i segni del cedimento fisico imminente)

Il “Semplice Conoscente” osserva sorridente il gruppo di allegri “amici” e nota confortato la moltitudine di gambe pelose (la gamba depilata tradisce lo spirito agonistico, quindi mai presentarsi depilati al via del Mottarone!). Salvo poi avere qualche dubbio quando vede che i peli sono di ricrescita recente e che sotto i polpacci coperti di pallida fresca  peluria  guizzano muscoli torniti. Dubbio che si rafforza notando bici che sembrano astronavi da decine di migliaia di euro attrezzate con bigliettini con i passaggi cronometrici dettagliati ai vari punti cruciali della salita.

Ma in fondo il “semplice conoscente” è fiducioso e scaccia questi pensieri preoccupanti. Dai, siamo tra “amici”! E infatti cerca un amichevole prezioso compagno di salita, spesso lo stesso che lo ha invitato. E si accorda per salire insieme, allo stesso passo, per godersi lo spettacolo. Ma l’allegra e ingenua fiducia del “semplice conoscente” si spegne non appena vede l’”amico” scattare al via come se non ci fosse un domani, al grido di “andiamo su regolari!”




Il “Semplice Conoscente”  ascolta con attenzione le raccomandazioni di Gianfranco prima del via, quando il gruppo ribolle di tensione (ma il “semplice conoscente” non la percepisce); e quindi si appresta a partire con cautela, prestando attenzione alle possibili auto in arrivo da sopra o sotto, e senza invadere la corsia opposta, e facendo attenzione a chi ha accanto etc etc. Ma Poi Gianfranco grida  “ok allora tre ..due …” PUM! Il gruppo salta come un tappo di champagne! Ed ecco il “prudente semplice conoscente” che  vede sfrecciare alla sua destra, sinistra, sopra e sotto tanti piccoli Froome in piena trance da “primo km”, che insultano le auto in arrivo dopo averle indotte a gran gesti ad abbandonare la propria corsia.

Il “Semplice Conoscente”  sa che dopo la prima parte della salita, quel gradevole assaggio del piatto di giornata che arriva fino a Levo, c’è un tratto di falsopiano. Ma non sa che in questo sabato su quel falsopiano in bici si toccano velocità motoristiche. In fondo se è da 20 minuti che vedo il culo del mio “amico” che ondeggia lì più su davanti a me e non riesco ad acchiapparlo,  quale posto migliore del falsopiano di Levo per superarlo di slancio sorridendogli beato (e un po’ bastardo)?

Il “Semplice Conoscente” non conosce bene la salita e quindi tira un gran sospiro di sollievo quando il suo “amico”, al quale è riuscito con enorme fatica a tenersi attaccato coi denti, gli dice poco prima della sbarra : “ecco adesso un breve falsopiano in discesa ed è finita”. E quindi sorride ignaro mentre scende verso l’attacco della parte più dura della scalata. Salvo farsi qualche domanda sulle qualità morali dell’”amico” dopo una ulteriore ora abbondante di spolmonamento ansante senza che ancora si veda la vetta.


Il “Semplice Conoscente” tutte queste cose non le sa. Ma le impara la prima volta. Il primo Mottarone è una cerimonia di passaggio, una sorta di rito di iniziazione dopo il quale niente è più lo stesso. Cambiano le prospettive sugli amici, lo sport, la natura.
Arrivi che sei un beato e ottimista “semplice  conoscente” per il quale gli amici sono importanti sostegni, lo sport è sano e la natura è amica.
Riparti da Baveno che hai l’occhio socchiuso e diffidente di chi orami è passato dallo stadio di “semplice conoscente” allo stadio (irreversibile) di “amico”. E per te ormai se l’”amico”  ti sostiene un po’ è per avere il gusto di spostarsi poi all’improvviso di lato,  e lo sport è quella cosa che ti puo’ portare dritto al composanto e la natura….bè la natura ha creato il Mottarone : natura amica???

All'arrivo "freschi come roselleine"


E poi dai, diciamocelo, davvero ‘sto Mottarone è bastardo : non solo dura 20 km che non finiscono mai, non solo ti illude per ben due volte che sia finita e invece dopo ti presenta lunghi tratti di pendenze a due cifre, non solo ha l’ultimo tornante più cattivo che conosca, che sbuca nel rettilineo largo che maschera vigliacco la pendenza al più del 10% quando ormai le energie sono al lumicino, non solo tutto ciò. In più non ti da nemmeno una minima soddisfazione quando sei in cima.

Ma porca zozza, in qualsiasi altro misero collettino o passo si trova un bel grande cartello che proclama il nome del passo e l’altimetria. E ecco lì che vedi orgogliosi ciclisti che si fotografano davanti al “Colle Altissimo (m.185)”. E qui arrivi in cima , cerchi un segno della vetta, una testimonianza del tuo successo e cosa trovi? Il cartello scalcagnato e semiarrugginito con scritto “benvenuti al Mottarone” Ma benvenuti deche?  Quella salita rognosa che mi morde ancora le gambe era il benvenuto? E poi dai ….il nome : “Mottarone” ma che nome è? Manghèn! Stelvio! Kaunertal! Questi sì che sono nomi che incutono rispetto! Ma Mottarone? E poi sul cartello dov’è il numerino magico della quota? La foto sotto il cartello “benvenuti al Mottarone” ricorda una gita in pulman del dopolavoro (con utile presentazione di pentolame durante il tragitto) altro che epica impresa ciclistica!  

Ma il “Semplice Conoscente” queste cose non le sa. D’altro canto, è ancora un semplice conoscente. E non sa che, una volta che avrà superato la linea d’ombra del primo Mottarone poi non potrà più farne a meno. E anche lui, come gli altri “amici” ruoterà le sue vacanze e i suo impegni in funzione dell’allenamento per la “scalata più bella che ci sia”; quella a cui d’ora in poi non  vorrà mai mancare; nemmeno dopo vent’anni.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ahahahahahhaahahahaha bellissima!!