domenica 20 aprile 2014

Uovo con sorpresa


Lo sapevo. Avrei dovuto restarmene a dormire. Ma quando ti svegli e vedi il cielo azzurro terso e le cime delle montagne innovate come fai a resistere?

Salendo verso Tenno
 E quindi sono in sella e sto salendo verso Tenno con alla ruota Renato, solitamente smilzo e solitamente veloce.

La salita è il primo tratto verso il Passo Durone. Si arriva a Tenno salendo lungo una strada ampia e con larghi tornanti, che sale sotto il sole tiepido e apre spettacolari panorami sul lago.

Dopo questo primo pezzo abbastanza abbordabile la strada scende un pochettino prima di uno strappo rognoso verso il passo Ballino. Da lì nuova discesa su Fiavè e ultimi chilometri di salita fino al passo Durone. In tutto una ventina di km di salita per un po' più di 1200 m di dislivello.


La valle di Riva salendo verso Tenno, ultima foto prima di rischiare il colpo apoplettico
Siccome sono molto previdente adotto la tecnica classica : sparo tutte le mie cartucce all'inizio e poi striscio come un verme fino a fine salita.

Ed infatti eccomi lì davanti a tirare, col gatto sornione Renato francobollato a ruota. Incontriamo pochi ciclisti mattutini come noi, ma li passiamo tutti in tromba!

Io tiro forte, almeno mi pare, finché Renato non mi affianca e mi fa..:" dai saliamo regolari fino al paesino e poi li si rifiata.." .

Regolare? ma cazz……..regolare un kaiser, io qui di regolare ho solo il cardio fisso sopra i 180.

Vabbè, mi lascio sfilare e cerco di non scoppiare del tutto, perlomeno di evitare di cominciare a scivolare inesorabilmente verso valle.


Neve poco sopra di noi
A Tenno, proprio sopra il laghetto c'e' il tempo per rifiatare un pochino. Io opto anche per una strategica pausa intestinale al bar dell'albergo e lì, seduto sul water, medito se sia il caso di rientrare…ma decido di no e di continuare a ritmo per me più umano. "Cazzate!" direbbe il signor Wolf di Pulp Fiction.

Arrivo al GPM di passo Durone
 Ripartiamo un po' più tranquilli. Qui ci aspetta un tratto in falsopiano che precede uno strappaccio maledetto con un rettilineo finale prima di Ballino. Renato aumenta gradualmente e io cerco di tenere. Scala un dente e si alza sui pedali, io scalo mezzo polmone e mi pianto sul sellino. Ma sono lì.

Ed ecco che spunta Ballino. Manca ormai meno di un centinaio di metri e io faccio la classica uscita "bene io rallento un pochino" (che significa "ok, adesso tregua tanto vai di più.."). Non lo avessi mai detto : Renato si alza sui pedali e mi lascia lì come un baccalà. Non solo, superato Ballino c'e' un lungo falsopiano di un chilometro e mezzo prima del passo. E lì lui allunga di brutto e in breve è già distante.


Lo vedo sparire a poco a poco verso il passo e poi fermarsi al cartello per mettersi il gilet. Da qui infatti c'e' un tratto in discesa che porta a Fiavè, prima di attaccare l'ultimo tratto di salita al Durone.

Così non ci penso su molto : quando arrivo al cartello del Passo manco lo saluto e tiro dritto a tutta manetta lungo la discesa. Sorpresa! Uovo di Pasqua con sorpresa bastarda. Via! Zooooooooommmm…Con la coda dell'occhio vedo Renato che mi guarda con sguardo basito della serie " ma che fa?"

Ma ormai sono in discesa : la  strada ha un fondo magnifico e si scende davvero a manetta. Vedo davanti a me due tizi e in breve li aggancio.

Loro dopo un po' sentono che c'e' qualcuno dietro e fanno quello che farebbe chiunque al loro posto : "giù' il crapone e via…sganciamoci questa piattola dalla ruota".

Io tengo duro e mi faccio trascinare lungo le prime rampe della salita. Poi, porca miseria, loro girano verso sinistra e io mi trovo solo a salire verso il passo. Suona il telefono : Renato "oh! ma dove sei finito? io ti aspettavo…." e io : "io no..gnhgnhgnhpfftpfft…..".

Da qui al Passo è una salita bellissima e molto scenografica : la valle a sinistra e le cime innevate poco sopra di noi. Aria tersa e colori lucenti.



Il passo arriva prima del previsto : sono salito davvero veloce per i miei standard e l'aria fresca ha certo aiutato. Quassù c'è il tempo per una barretta e per un sorso d'acqua, giacca Gabba addosso e qualche foto in zona. Dopo un po' arriva Renato : ha tirato anche lui gli ultimi chilometri e ora ci resta da goderci una discesa ideale : pendenze dolci, curve morbide e asfalto stile biliardo. Si sfiorano i 70 kmh senza far fatica.


Renato al GPM del Durone

Scendendo al ritorno verso Fiavè
Che goduria! C'e' solo quel piccolo fastidioso dentino in salita tra Fiavè e Ballino. Qui rinfoderiamo le spade e saliamo affiancati chiacchierando sapendo che da lì in poi ci si tuffa verso il lago, prima il lago di Tenno e poi il lago di Garda : 700m più in basso.

Discesa magnifica no?

Selfie pericoloso in discesa


Legname : ho pensato di mollare lì anche le mie gambe di legno prima di rientrare
 E qui le giberne danno davvero il meglio di sé . In breve siamo di nuovo a Riva, proprio quando le prime nuvolone si fanno davvero minacciose.

Con la  gamba legnosissima saluto Renato (che si deve sciroppare un altro po' di KM verso Torbole) e archivio anche questi divertentissimi 50 km con 1300 m di salita.

Buona Pasqua.

Fioritura a Fiavè

Falsopiano a Fiavè

Lago di Tenno pieno d'acqua


1 commento:

Anonimo ha detto...

questo post mette lo smilzo in cattiva luce, una specie di esecutore del gibernauta, che colpisce proprio quando il gibernauta chiede una tregua

niente di più falso

lo smilzo veloce non ha rallentato prima del passo ballino perché, come scrive il gibernauta, mancava ancora 1.5 km di falsopiano. questo è il tipico terreno dove il il gibernauta dà il meglio di sè con tipiche trenate alla cancellara, e lo smilzo arranca

se lo smilzo avesse rallentato sarebbe arrivato l'attacco del gibernauta, come succede tutte le volte che la strada ha una pendenza inferiore al 5%

insomma i tipici ragionamenti fuori soglia delle salite fatte con parenti o amici, appunto "in amicizia", solo per godersi il paesaggio e senza nessuna velleità agonistica