Salendo da Santa Maria la Versa |
Salendo verso Crocetta |
Soriasco da Santa Maria |
Le giberne si fanno sentire in salita, ma l'aria è così limpida e fresca che me le dimentico.
Mentre mi avvicino ci penso : lo faccio o non lo faccio? E' una minideviazione rognosissima, uno strappo con pendenze ben oltre il 20% di quelle che devi stare attento alla ruota posteriore : se slitta in un attimo sei per terra e poi non si riparte più.
Ho deciso : lo faccio, anche oggi voglio vedere se riesco a salire senza sentirmi appeso al manubrio senza fiato. Il primo tratto dopo il ristorante comincia gradualmente e poi, dopo una curva la strada si impenna. Ma sono solo un centinaio di metri, poi arriva un breve tratto di piano nel quale si rifiata prima dello strappo nel bosco : quello con il muschio in mezzo alla strada e con il fondo stradale fatto di cemento e ciottoli.
Dalla sommità dello strappetto : davanti alla chiesa |
La chiesetta in cima allo strappo |
Da Canevino |
Scendo con attenzione e punto la prua verso il passo del Carmine. Mentre pedalo tranquillo realizzo che non ho ancora incontrato una macchina : incredibile. La strada qua e là è rotta e ogni tanto ci sono dei brevi tratti in sterrato dove le frane hanno morso l'asfalto. Ma che pacchia pedalare in assoluta solitudine nella brezza fresca che si sta alzando.
Guardando verso nord ovest |
La discesa del Carmine esige prudenza : chiazze di umidità e improvvise gobbe dell'asfalto, eredità di un inverno impegnativo, richiedono molta attenzione. Da Moline comincio il breve tratto in salita verso Zavattarello, il mio giro di boa di giornata.
Il Tidone, laggiù in mezzo agli alberi è gonfio d'acqua. |
Il ritorno è più spedito dell'andata, la salita al Carmine è breve, sono solo 200 m di dislivello, e dalla cima comincia il lungo mangia-e-bevi in discesa che mi riporterà a Stradella.
Il vento si è alzato e ogni curva è una impresa di equilibrismo. Le ruote a profilo medio non consentono errori, basta una raffica a metà curva e ti trovi o in mezzo alla carreggiata o nel fosso. Gli ultimi Km da Santa Maria la Versa sono impegnativi, di solito si riesce ad allungare un po' il passo sfruttando la dolce pendenza favorevole, ma qui il vento soffia improvviso, a volte contrario e a volte laterale.
Tengo comunque una buona media, sono sui 35-37. Ma non ho il tempo per compiacermene che vengo superato in tromba da un terzetto che procede spedito oltre i 40. In testa al gruppetto c'è un ragazzino che avrà al massimo 15 anni. Magrolino tutto piatto sul manubrio, mulina le gambe a alta frequenza e va. Scalo tre denti e mi aggancio. Vorrei dargli il cambio, anche perché stando dietro di lui non è che si risparmi molta aria (è così magro e piccolo) e farei una bella figura, ma non c'e' niente da fare : va troppo forte.
In un attimo sono di nuovo alla macchina. Fine giro : poco meno di 65 km con poco meno di 1200 m di dislivello. Ottimo giro e una lezione finale : lasciare spazio alle giovani leve è facile, basta lasciarle andare.
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