Gibernauta : sedicente atleta la cui robusta sagoma pare celare sotto l'aderente maglietta di lycra una cintura di giberne. In realtà non di giberne si tratta ma di una strategica scorta lipidica (che pero' resta sempre tale)
domenica 16 ottobre 2011
Il torrone del Torrazzo : il gibernauta torna sulle strade di Cremona
Era da piu' due anni che non mi iscrivevo ad una gara podistica. Dai tempi della mezza di Vigevano : corsa, per un terzo, con le gambe di palissandro.
A dire il vero in questi due anni ho continuato a correre, ma l'eta' avanza e io, anche se ci provo, non riesco a scansarmi mai in tempo. Cosi' ogni due per tre mi capita la rognetta, l'infortuniuccio che costringe al riposo forzato e seppellisce i sogni agonistici. Basta pensare (solo "pensare") "be'...sta andando bene....potrei forse potrei......iscrivermi ad una gara" e...ZAC! arriva la contratturina o il dolore alla schiena o l'attacco di gotta (questo ancora mi manca....).
Cosi' stavolta ho deciso di iscrivermi proprio all'ultimo e facendo finta di niente. In pratica non lo ho detto a me stesso fino alla mattina della gara. E ho puntato alla Mezza maratona di Cremona. Scelta per una serie di motivi ben precisi : perche' si corre nella patria del torrone, perche' ha un percorso gradevole, perche' ci si sono iscritti un sacco di altri "Canottieri" e infine perche' era campionato italiano assoluto : vedi mai che se sono in giornata di grazia nella mia categoria potrei dire la mia.
Cosi' il grande coach Max su mia specifica richiesta mi ha iscritto a mia insaputa.
Siccome io stesso non sapevo che il giorno dopo avrei corso una mezza, sabato sera ho pensato bene di andare a letto tardi ben imbottito di birra. Ottimo pre-gara.
Arriviamo a Cremona (io e Renato, mio fratello smilzo veloce), in congruo anticipo per il rito classico: ritiro pacco gara, richiesta della maglietta ( "taglia M, per favore" "no c'e' solo la L" " allora una S, per cortesia" " certo, ecco qui una bella L" nelle gare restano sempre solo le taglie L o XL), unzione con creme e spillatura pettorale. Renato parte una quarantina di minuti prima del via. Deve correre per 35 KM e quindi comincia col farne una decina prima della partenza.
Seguo coach MAX in griglia, l'idea e' di correre insieme a ritmo tranquillo per meta' gara e poi cercare di non rallentare. La griglia di una gara podistica e' una di quelle esperienze di socializzazione forzata che prima o poi nella vita vanno fatte. Corpi schiacciati e sudati, braccia disperatamente protese verso l'alto armate di GPS alla ricerca del satellite, simpatiche fughe di gas dettate dall'emozione del vicino.
Poi, per fortuna, parte l'Inno di Mameli e alla fine il fatidico sparo. PUM! tutti partono come razzi e mi sembra di essere nel mezzo di una gara di formula uno a bordo di una NSU Prinz. Vengo sospinto dalla massa per i primi 3 km, poi il ritmo si assesta e comincio a guardarmi intorno. Facce come sempre di tutti i generi, tutti pero' ingiustificatamente allegri. Ad un certo punto sento gridare dietro di me "Vai Gianni! vai!" e vengo affiancato da un signore dalla capigliatura improbabilmente castana che corre piegato come Igor : Gianni Morandi!
Be' tanto di cappello : magari stava rincorrendo la ragazza che andava a prendere il latte, fatto sta che anche lui alla sua giovane eta' era li' con noi a sbanfare per piu' di 21 km.
Intorno al 5' km sento una pacca sul sedere : Renato mi affianca e mi supera in scioltezza e lo vedo scomparire rapidamente. Facile, per lui , aveva fatto un'ora di riscladamento in piu' di me : ovvio che andava di piu'.
Con la compagnia di Max i primi 10 km volano via (si fa per dire) a ritmo costante, un po' piu' veloce del previsto. Si corre nella campagna e , come ricordavo, ci sono anche un paio di interessanti e simpatici cavalcavia, particolarmente lunghi, a dire il vero. Qui penso molto a San Giuseppe, non perche' io sia particolarmente pio, ma perche' il santo protettore dei falegnami in quei momenti avrebbe potuto essermi molto utile vista la graduale lignificazione degli arti. Grazie al cielo i successivi km un po' piatti ridanno un po' di flessibilita' ai due tronchi e riesco addirittura ad accelerare impercettibilmente.
Siamo nell'ultimo terzo di gara e come sempre il gioioso chiacchiericcio dei primi km e' scomparso : scalpiccio, respiri pesanti, qualche rutto post-ristoro, per il resto silenzio. Anche le facce intorno a me sono cambiate : l'allegria incosciente dei primi km ha lasciato il posto alla rabbiosa determinazione o alla disperata supplica : entrambe rivolte a San Edoardo, santo protettore del traguardo, al quale si chiede un minimo avvicinamento dello striscione.
Accelerando (meglio dire de-rallentando) negli ultimi 2 km sento un TIC! al polpaccio : avviso di crampo. No!
Cavolo stavolta no! Mi ricordo che a Vigevano ho corso gli ultimi 5 km che sembravo partecipare al premio Collodi : Pinocchio con l'artrite. Decido di adottare la tattica della diversione : il polpaccio col crampo non e' mio. E, imputandolo allegramente al mio vicino, lo guardo con un po' di compatimento. Curiosamente sembra funzionare : la mia gamba va e il vicino rallenta vistosamente. Non sapro' mai se ho scoperto una metodica rivoluzionaria di trattamento dei traumi da allenamento perche' lo striscione del traguardo finalmente arriva.
Ma non prima di una ripida salitina su pavè di fronte alla quale alcuni si inchiodano come colpiti da sincope : io invece volo leggero e chiudo in spinta. Perlomeno, cosi' mi sembrava. Poi sara' come al solito : vedro' le foto dell'arrivo e diro' fra me e me : "ma chi e' quel poveretto col mio pettorale che arranca trascinando stancamente le giberne oltre lo striscione?"
Ma questo sara' domani, oggi non conta. Il gibernauta e' tornato a correre e ha portato a casa alla sua famiglia che attendeva speranzosa un magnifico pacco gara contenente : uno sciampo, una minerale, un ghetoreid, un salame cacciatorino una briosc alla nocciola formato schiacciatina, un pacchetto di improbabili biscottini di grana padano.
1h41' di fatica ripagati a dovere. QUI c'e' il rendiconto del mio generoso GPS.
Ah...e il campionato italiano? Mi sono informato : purtroppo tra le varie categorie sono stato impropriamente iscritto a quella "atleti 50-55" dove arrivero' sicuramente nelle retrovie. Hanno sbagliato, lo so, ma la categoria gibernauti non era prevista : senno' li' si' che avrei potuto fare una grandissima figura.
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1 commento:
caro gibernauta, va bene non prendersi troppo sul serio, ma addirittura aumentarsi il tempo di gara è un po' troppo. tu hai chiuso in sotto il muro dell'1.41, in 1.40, real time, 26° nella categoria dei gibernauti. hanno appena messo la classifica sui sito tds. E per i gibernauti conta SOLO il real time. Loro non possono sgusciare tra la folla in griglia per conquistare la prima fila, per via delle giberne che un po' ostacolano, e quindi possono partire un po' dove capita
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