LA PRIMA USCITA DEL 2011
Quando mercoledi' ho ricevuto la mail da Daniele (coach "in sella" del gruppo Milani, il team di amici ispirato da Claudio con il quale avevo pedalato in ottobre in occasione della divertentissima giornata con Clodio' Sciapusì) con la convocazione per sabato mattina ho pensato : "bella idea!, con questo freddo non avrei avuto la voglia di tirare fuori la bici, ma se c'e' la convocazione....."
Per di piu' l'appuntamento era alle 10 lungo il Naviglio, insomma si prospettava anche un giretto in zone ben note. Poi, solo poi, ho pensato alla nebbia. Si' la nebbia. In questi giorni fino a mezzogiorno la visibilita' e' davvero minima e non e' che migliori un granche' nel pomeriggio. Cosi' l'idea di pedalare nel grigiore con tutti i rischi connessi non e' che mi sfagiolasse piu' di tanto.
Poi, arriva il contrordine. Appuntamento spostato a Capolago per godere del sole e del clima mite e aria limpida del varesotto.
Ed infatti, avvicinandomi a Gallarate e poi andando verso Varese noto con sollievo che la nebbia si dirada gradualmente per scomparire del tutto pochi chilometri prima della citta'. Grazie alle dettagliatissime istruzioni di Daniele (".....percorrete la rotonda per 45°.....") esco dall'autostrada e .....PLOF..mi tuffo in un nebbione ancor piu' fitto di quello che ho lasciato a Milano. Non senza qualche difficolta' arrivo al luogo previsto per il ritrovo e, anche li', non e' che la situazione migliori un granche'.
L'ARIA LIMPIDA DEL VARESOTTO
Qualche battuta inevitabile sul clima estivo e si parte convinti che la nebbia si alzera' presto, basta arrivare in zona lago. Siamo in 10 e dopo i primi colpi di pedale e' subito chiaro che saranno due i possibili problemi di giornata: la nebbia, appunto, e l'umidita'.
La nebbia riduce la visibilita' non poco e basta restare un filo attardati in una zona di svolte o biforcazioni per rischiare di imboccare la strada sbagliata. L'umidita' ha invece due spiacevoli effetti : appanna gli occhiali (che infatti riposeranno in tasca dopo pochi km) e, soprattutto, trasforma la strada in una vera lastra di sapone.
IN FILA CERCANDO DI NON SGANCIARSI...
Il briefing di Daniele e' stato chiaro : il programma di giornata prevede una 60na di km a ritmo tranquillo da pedalare "in agilita'".
Di solito con "pedalare in agilita' " si intende pedalare con una cadenza elevata, spingendo rapporti leggeri cosi' da non imbolsire le gambe subito a inizio stagione. Gia' questo tipo di agilita' a me non e' mai andata giu'. Fatico un sacco a tenere cadenze elevate e ho la sensazione di pedalare non su una bici ma su un frullatore. In realta', in questo caso , pedalare in agilita' significa essere MOOOOOLTO AGILI e pronti a reagire in caso di scivolate, imbardate, slittate pattinate sulla gradevole saponata. Questo e' il tipo di agilita' richiesta!
E infatti basta toccare il freno per sentire la ruota che fa "sssssshhhhh" e invece di frenare si accelera.
PEDALANDO A FIANCO DELL'EURATOM DI ISPRA
Simpaticamente qualche allegro automobilista decide di aiutarci nella seduta di allenamento testando la nostra agilita' con frenatine impreviste o piccoli scarti laterali. In uno di questi cortesi test di agilita' Silvana scivola e cade picchiando la spalla. Stoicamente risale in sella e riparte. Ma i test di agilita' non risparmiano nemmeno gli esperti ed infatti in un tratto in rettilineo in leggera discesa Daniele all'improvviso sbanda a destra e a sinistra e poi, per evitare il peggio infila con decisione una stradina laterale in discesa. Ricompare dopo un po'. Non sapremo mai se sara' entrato di prepotenza nella sala da pranzo di una delle villette in fondo alla discesina. Lui dice di no ma qualche sospetto rimane.
PERICOLOSO AUTOSCATTO
Si va avanti cosi' molto guardinghi con un occhio al fondo stradale, uno a chi ci precede, uno alla cadenza. Siccome io di occhi ne ho due decido di sacrificare il controllo cadenza e pedalo a ritmo che mi sembra abbastanza da frullatore senza controllare il Garmin.
Po, finalmente si arriva sulle sponde del lago Maggiore e li' scopriamo che si', il sole esiste ancora!
FINALMENTE IL SOLE IN RIVA AL LAGO
Arriviamo a Laveno e il panorama e' davvero splendido. Si impone una pausa caffe' e soprattutto una "pausa orizzonte" : dieci minuti, non di piu', per assaporare cielo blu e montagne innevate prima di tornare nella bruma lombarda.
IL GRUPPO IN RIVA AL LAGO
Come ogni ciclista ben sa la pausa caffe' e' il momento cruciale anche dello "studio mezzi altrui" nonche' della "esposizione mezzi propri". Ci si scruta le bici a vicenda, soppesando componenti, misure, inclinazioni, colori e materiali. Insomma, fa parte del gioco. E qui Claudio sfoggia la nuova Milani in acciaio che avevo gia' potuto osservare in occasione dell'uscita ottobrina. Un telaio in acciaio con finitura spazzolata davvero elegante.
ACCIAIO PURO MILANI
Foto di rito e si riparte. Fortunatamente il clima e' un po' piu' clemente e la nebbia si e' alzata un po'. Ora basta solo fare attenzione alla saponata , ma per il resto si va benone. Anche la pedalata agile in fondo sembra utile : la gamba non e' gnucca come di solito mi capita nelle prime uscite di stagione. Il ritmo e' un pochino piu' allegro e c'e' spazio anche per qualche leggero falsopiano in salita prima di tornare al punto di partenza di Capolago. Sganciati i pedali Daniele dispensa rapidi consigli e ricorda il programma dei prossimi giorni : entro i primi di febbraio bisogna avere 500 km nelle gambe. URCA! Ma allora si fa sul serio!
Per la cronaca : 57 km con 300 m di dislivello pedalati con una cadenza media di 84 rpm (per me alta se si tiene conto che c'e' stato anche qualche tratto di discesa in cui la cadenza si azzera..). La stagione 2011 e' ufficialmente iniziata.
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