Sono ormai lontani gli anni ruggenti del Bondardala (Passo Bondone + Passo Bordala) o del Bordandone (passo Bordala + passo Bondone). Erano giretti da quasi 3mila metri di dislivello e piu' di 100 km. Ma allora il gibernauta era in gran forma e trasportava le sue allegre giberne su e giu' per i monti senza sforzo apparente (be'...insomma...).
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Il Sarca verso Arco |
Oggi invece lo stato di forma è approssimativo e le ambizioni vanno quindi ridimensionate : opto quindi per un piu' modesto Udaldone (Passo Sant'Udalrico e Passo Bondone) : prevedo circa 90-95 km e 1700 m dislivello.
A dire il vero l'Udaldone, pur cosi' altisonante, è un pezzo degli altri due giri che quindi farebbero di nome completo Udalbondardala e Bordandonrico : due nomi che pero' suonano male.
Insomma, parto con Renato lo smilzo veloce che è in piena preparazione per la maratona di Berlino e quindi mi accompagnerà solo per un pezzo, fino al mitico Sant'Udalrico; domenica deve correre un lungo e questa è la fase critica della preparazione, meglio non esagerare.
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Ancora la ciclabile verso Dro e la valle del Sarca verso Nord |
E' presto e il clima è ancora fresco, la ciclabile lungo il Sarca è davvero piacevole, altro che ciclabile del Naviglio. Arrivati a Dro ci si immette sulla strada verso Drena che porterà al primo passo di giornata.La salita attacca graduale ma a poco a poco le pendenze si fanno un po' piu' impegnative. Saliamo di buon passo ma senza strafare : Renato non vuole mettere in crisi il lavoro pre-maratona e io so di avere un bel po' di strada da fare oggi, per di piu' da solo.
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Due bei puledri in un momento di relax |
Arriviamo al passo che il sole comincia a scaldare: c'e' tempo per un rifornimento borraccia alla fontanella, una foto al cartello dal nome intimidatorio e un'altra foto alle due gazzelle del Sciùr Ernesto. Poi il gibernauta saluta lo smilzo veloce e si avvia mesto mesto verso la sua punizione di giornata.
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Nome impegnativo, quota non altrettanto |
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La chiesetta al Passo |
A dire il vero il tratto da Sant'Udalrico a Lasino (attacco della salita al Bondone) e' una bella discesona larga larga che porta da 584 a 450 m circa in un po' di chilometri. La bici va da sola, spinta dalla potenza gravitazionale delle giberne.Purtroppo so bene che ogni metro che ora mi godo in relax sarà penoso da rifare al ritorno in salita con ormai piu' di 1600 m di dislivello nelle gambe.
A Lasino stretta deviazione a sinistra e si comincia la vera salita. Chino il crapone sul manubrio e mi preparo per una lunga processione : bisogna arrivare a 1566m, ce n'è di strada da fare!
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Siamo quasi al Passo Bondone |
Fortunatamente la salita è molto dolce e quasi tutta all'ombra, l'unico problema è proprio la lunghezza. A meta' il paesino di Lagolo mi invita aduna pausa, ma io resisto al canto della sirena del Bar Il Bosco, richino il crapone sudato sul manubrio e trascino le giberne verso la vetta.
Dopo un'ora che si pedala in salita le prospettive cambiano soprattutto se si è da soli e accompagnati da floride giberne: ci si fanno domande esistenziali, si invidiano insetti e animali del bosco, si ripensa ai familiari lontani e al suolo natio, si maledice il pesante usbergo celato sotto la vezzosa magliettina di nylon.Insomma, ci si diverte un sacco.
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I grandi prati alle Viote (1566) |
Fortunatamente prima o poi (nel mio caso : poi, molto poi) la salit finisce e si apre il bellissimo panorama dei prati dell'altopiano delle Viote, poco prima del passo.
Arrivo al bar al passo Bondone e ordino una lattina di coca e una bottiglietta d'acqua che mi scolo in sequenza. Sto un po' lì seduto a godermi la sensazione di appagamento che si prova quando si finisce un'impresa durante la quale si è pensato più volte di molare il colpo.
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Viote |
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Dal Bondone verso Nord |
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Altopiano delel Viote e lassu' la cima del Monte Bondone |
Ma non posso rilassarmi troppo, mi attende la bellissima discesa e , dopo, il rognoso tratto di falsopiano in salita per tornare a Sant'Udalrico.
La discesa è una vera goduria : asfalto perfetto, strada larghissima zero macchine. Le giberne mi spingono quasi a 75 km/h : quasi record gibernautico. Arrivo così molto in fretta a Lasino e li', dopo il bivio, attacca il falsopiano. C'e' il sole, ormai e fa caldo, per fortuna, poi , sono anche controvento. C'era bisogno di chiederselo? Anche qui crapone sul manubrio, giberne rimboccate e vai di pedale. E' davvero dura ma mi consola sapere che sono solo 140m di dislivello. Certo 140m fatti al fresco e riposati son un conto, fatti al sole, controvento e bolliti sono un'altra cosa. Pero' faccio finta di non saperlo e pedalo.Finalmente arriva il passo. Da qui è tutta discesa fino a casa.
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Il castello di Drena |
Si passa prima da Drena e poi si scende verso Dro e Arco tra i tornanti in mezzo allo sfasciume morenico delle Morocche di Dro : un paesaggio davvero suggestivo.
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La di scesa verso Arco tra i macigni delle Morocche di Dro |
Gli ultimi chilometri lungo la ciclabile sono anche questi controvento : la benedetta Ora del Garda. Ma qui le giberne fanno leva sulla pur minima pendenza e aggiungono quel po' di potere gravitazionale di cui ho tanto bisogno per tornare a casa.
Alla fine 95 km e 1737m di dislivello : la salita da solo al Bondone è impegnativa, se non altro mentalmente. Arrivato a casa controllo speranzoso : chissà che le giberne non mi abbiamo, perlomeno parzialmente abbandonato? Invece no : sono li' belle sornione: portate a spasso su e giù per le valli del basso Trentino ringraziano sentitamente.
1 commento:
il ciclo gibernauta non spiega che, per meglio apprezzare la bellezza della ciclabile lungo il sarca, la domenica se la e'
pure fatta di corsa a piedi per 12 km, dando bella prova di se' quale multigibernauta (bici e corsa a piedi). siamo in attesa della discesa del fiume sarca a nuoto, impresa degna del miglore hydrogibernauta.
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