martedì 1 maggio 2012

In salita si fatica e si prendono lezioni di "umiltè" (come direbbe Arrigo Sacchi)

La salita al passo Santa Barbara
Non salivo in sella da qualche settimana. E poi dall'inizio dell'anno l'allenamento sulle due ruote era veramente scarso. Non solo avevo percorso pochi chilometri, ma per di più la maggior parte dei pochi chilometri macinati era pianeggiante. Se si escludono un paio di uscite in Oltrepo' e un giretto con la Moroni Adventures in Alto Vergante, raramente la bici si era inclinata all'insu'.

In queste condizioni quindi cosa si prefigge l'incorreggibile gibernauta? Una bella salita al Passo Santa Barbara da Bolognano, vicino ad Arco.

La mappa del giro

Di per se' il giro non pare preoccupante : si tratta di poco più di 40 km. Insomma, robetta. Peccato che in questi 40 km venga stipata una bella salitona di circa 1000 m di dislivello con un profilo altimetrico impegnativo, se non altro perchè, come si vede dal grafico di Salite.ch, non dà tregua.

La salita al passo Santa Barbara
I primi metri danno un'idea precisa di cosa attende il valente gibernauta. La strada sale subito al 9-10% e si attraversa località Gazzi (nomen-omen). Fa caldo e il sole di fine aprile si fa sentire.
Il gibernauta sale tranquillo (si fa per dire) mentre Renato lo Smilzo veloce fa finta di faticare.
Sì, fa finta. E questo non è bello perchè invece il gibernauta fatica per davvero. Insomma si sale insieme e ogni tanto si scambia qualche parola. A poco più di metà salita Renato lo Smilzo veloce decide di fermarsi  alla fontanella per un rinfreschino mentre il gibernauta timoroso di perdere anche un grammo del debole abbrivio decide di proseguire.

Chino sul manubrio medita sul destino ingrato e sulla fatica, ma a poco a poco guadagna quota. Non fa in tempo a congratularsi con se stesso, pero'. Infatti a tre quarti del percorso sente un rumor di catena dietro di sè :  in men che non si dica  viene affiancato da Renato lo  Smilzo che sorridente lo supera in scioltezza e rapidamente scompare dietro il tornate successivo.

La Val di Gresta


Mettiamoci ora per un momento nei panni del gibernauta : sta faticando come un mulo visto lo scarso allenamento e il caldo, si chiede perchè deve scegliere sempre queste strade così ripide e per di più viene così ferito nell'amor proprio e nell'autostima? Insomma : il peggio.
Ma siccome al peggio non c'e' mai fine ecco che il peggio del peggio si materializza sotto forma di Renato lo Smilzo che gli viene incontro pedalando in discesa, lo affianca, lo incita e poi, come prima, accelera e se ne va.

Per fortuna che il calvario fisico e psicologico finisce ai 1110 m del passo.


Da qui comincia la lunga discesa verso Loppio attraversando tutta la val di Gresta

Scendendo in Val di Gresta : sullo sfondo Brentonico
Per fortuna per circa 15 km non bisogna nemmeno spingere sui pedali perchè la discesa è davvero lunga e   godibilissima. L'ultimo strappettino prima del Passo San Giovanni serve a dare la mazzata finale alle gambette del gibernauta che ormai non vede altro che il ritorno a casa.

Alla fine sono circa 46 km con 1100 m di dislivello.

Il castello di Arco lungo la ciclabile del percorso a piedi.

 Un aperitivo ideale se il giorno dopo si vuole fare una corsetta di circa 16 km.

La corsa del 29 aprile
 Cosa che in effetti abbiamo fatto : peccato che il gibernauta abbia sottovalutato il peso della salita del giorno prima. Così la corsa è stata lenta e faticosa, niente a che vedere con il divertente 24 km chiuso a meno di 5' di media solo una settimana prima.

La corsa del 22 apile : 24 km in meno di 2 ore


Ogni esperienza ha la sua lezione. Ma il gibernauta, pur avendo ormai una discreta esperienza, non perde occasione per prendere delle belle lezioni.



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