domenica 13 novembre 2011

Da Bereguardo in Oltrepo


Da Bereguardo in Oltrepò

Sabato di meta' novembre, la temuta nebbia non si vede (non perche' c'e' ma perche' non c'e') si decide quindi per un'uscita un po' piu' lunga del normale. Programma : Bereguardo-Casteggio-Montalto Pavese e ritorno.Partecipanti : Giorgio mai-domo, Stefano Ironman, Fabrizio, Alessandro-Lazzaro e il solito Gibernauta. Visto il gruppetto aggressivo, dopo il caffe' di rito e prima di mettere il sedere in sella , il gibernauta si cautela : "oh..ragazzi : si va tranquilli no?" "CERTO!" E via a 35 all'ora.Vabe', me la sono cercata. Poco dopo lo scenografico  ponte di barche ci si immette su una strada lungo argine del Ticino davvero spettacolare.

Da dietro : Giorgio, Stefano , Fabrizio e Alex che guida la comitiva
Il Ticino andando verso Pavia
In breve grazie alle tirate di Alessandro e Stefano arriviamo a Pavia.  Da qui si punta verso Bereguardo. Poco da dire su questo tratto di strada : trafficato e con fondo pessimo richiede molta attenzione, soprattutto sul Ponte sul Po. Le colline dell'Oltrepo' si avvicinano, per fortuna, e il traffico si dirada. Da Casteggio la strada comincia a salire. Guardo il Garmin : porca miseria ma sono solo 30 km? Mi parevano di piu'..solo allora realizzo che il reset del bastardo atrezzo me lo ha impostato in miglia. Adesso capisco eprche' mi smebrava di fare una fatica esagerata andando a 22 km all'ora, in relata' erano miglia all'ora. Cio' non toglie che i 47 km sono stati fatti a velocita' (per me) eccessiva. E ora mi tocca la salita?

Salendo verso Montalto
Non ho molto tempo per lamentarmi : davanti a me un gruppetto di tre (Ale, Stefano e Fabrizio) continua a pedalare come se la salita non fosse ancora iniziata. Provo anch'io a far finta di essere in pianura : ma non so perche' con me non funziona. Cosi', dopo aver mandato fuori scala il cardio decido di scalare un rapportino piu' umano (34x23) e mi metto li' con l'idea di dover faticare per un po' in solitudine. Ogni tanto, guardo in su' per vedere i battistrada ma ad ogni occhiata sono piu' lontani. E si' che mi sembra di salire forte, anche perche' la salita e' di quelle davvero facili e pedalabili. Ma lo scarsissimo allenamento si fa sentire.
Oltrepo' : le colline da Montalto
A Montalto, in vetta,  mi aspettano i tre scalmanati che mi comunicano con disinvoltura di aver macinato la salita a velocita' comprese tra i 20 e i 22 km/h. Sfido che li vedevo sempre piu' lontanti. Alessandro-Lazzaro tiene fede al suo soprannome : il 12 settembre risale in sella dopo 8 mesi di quasi immobilita' per una brutta caduta, pedala circa 1200 km in 2 mesi e oggi e' tornato in pratica quello di prima. Grande. Tempo di un caffettino e di riparte per il ritorno. nel frattempo il cielo si e' pulito e si e' alzato il vento.
La Belva in posa

I saliscendi in costa sulle colline dell'Oltrepo' in livrea autunnale sono una vera goduria, per un po'. Poi, all'attacco di uno strappetto col vento laterale mi pianto letteralmente : niente da fare una fatica bestia solo per andare avanti. Tra me e me maledico le nuove ruote a alto profilo e cerco affannosamente di tenere dietro agli altri. Finalmente arriva la discesa, ma la soddisfazione dura poco : infatti in pochi metri gli altri mi scappano via e sono costretto a pedalare per non farmi staccare : grandiosi i mozzi nuovi, no? Al primo bivio ci fermiamo per fare il punto della situazione : metto i piedi a terra e spoto di poco la bici "SGNEEEEEK" : solo allora realizzo che lo sgancio rapido posteriore si era allentato, la ruota si era inclinata verso destra e il copertoncino grattava contro il forcellino. In pratica andavo con il freno a mano tirato! Clic-Clac e mi pare di aver messo il turbo.
Fabrizio e Stefano in uscita da MOntalto

 
Stefano, Giorgio e Ale sullo sfondo






Da qui a Bereguardo sono ancora una trentina di KM di pianura. Brutti i primi (ventosi e trafficati con Stefano e Alessandro che si davano il cambio in qualita' di locomotive), finche' non risaliamo il lungoargine Ticino dopo Pavia.
Qui, si potrebbe rifiatare, ma evidentemente gli altri hanno un impegno urgente a casa e la velocita' non scende di un decimetro. Il povero Gibernauta deglutisce a fatica quando vede la soglia dei 100 km avvicinarsi pericolosamente (poveraccio aveva finora fatto al massimo 57 km in stagione) e cerca di restare aggrappato con le unghie e con i denti ai battistrada. Ad un certo punto Ale si gira e indica . "ragazzi, una cicogna!" in effetti era li', in mezzo ad un campo. Gli altri non sembrano molto interessati all'ornitologia ma il Gibernauta ama da pazzi gli animali e la natura e esclama deciso " ehi io mi FERMO! a fare una.ehmmm..ALCUNE  foto!"E si pianta immobile a scrutare il paesaggio per trovare l'inquadratura giusta.
Si lo so, forse non meritava tutta questa attenzione. Ma il Gibernauta ama gli animali e E' STATO COSTRETTO  A FERMARSI per scattare una...ehm..alcune foto per immortalare l'eccezionale evento.

Da qui in avanti la storia degli ultimi 10 km si sintetizza in due parole : fatica bestia. Arriva il Ponte di barche e da'  l'illusione di essere arrivati. ma mancano gli ultimi 2 km di leggera salita. Qui il Gibrnauta molla del tutto i pappafichi per concludere il giro da buon ultimo, ma con un onorevole distacco.
Alla fine saranno 112km e 560m di dislivello macinati a circa 28 km/h di media. Per fortuna che avevo detto "Ragazzi...tranquilli eh?"


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