Dice Marco Farina -anfitrione del
Mottarone, nonché animatore della premiazione più lunga della storia (roba che
schianterebbe un monaco zen)- : “il Mottarone è una metafora della vita : come la
vita è dura, ma con gli amici è tutto più facile”.
E mentre scodella questa perla di saggezza al nostro Marco gli vengono pure due lucciconi.
BALLE!
FAKE NEWS!
CONDIVIDI SE SEI INDIGNATO! (scusate, questa mi è scappata)
Ma le commoventi frasi di Marco, roba da crisi iperglicemica, sono comunque BALLE! Create ad arte con uno scopo ben preciso : per attirare i nuovi venuti, quelli che rientrano ancora nella categoria dei “semplici conoscenti”, che possono cadere facili prede di questa languida retorica da strapazzo.
E mentre scodella questa perla di saggezza al nostro Marco gli vengono pure due lucciconi.
BALLE!
FAKE NEWS!
CONDIVIDI SE SEI INDIGNATO! (scusate, questa mi è scappata)
Ma le commoventi frasi di Marco, roba da crisi iperglicemica, sono comunque BALLE! Create ad arte con uno scopo ben preciso : per attirare i nuovi venuti, quelli che rientrano ancora nella categoria dei “semplici conoscenti”, che possono cadere facili prede di questa languida retorica da strapazzo.
Ecco cosa è la cronoscalata del
Mottarone : una trappola per “semplici conoscenti”.
In realtà chi il Mottarone lo frequenta
da tempo (e sempre verso fine settembre)
in occasione della cronoscalata sa benissimo che c’è una sola cosa che per le
proprie coronarie è peggiore di scalare il Mottarone.
Ed è scalare il Mottarone “tra amici”.
Ed è scalare il Mottarone “tra amici”.
Il “Semplice Conoscente” che capita per la prima volta nel gruppo (ormai foltissimo) dei partenti, non sa cosa è accaduto nelle ultime settimane. Non sa di spedizioni a Baveno in gran segreto durante i mesi estivi (alcuni pare si allenino in notturna anche sulla Valcava….così per rodare la gamba nel più assoluto mistero), non sa di allenamenti con Strava “accecato” per non condividere i propri progressi, di salite a Levo fatte a tutta manetta col Garmin lasciato al parcheggio per non segnare i km e il dislivello.Non sa di diete arcigne e di lotte mattutine con la bilancia. Non sa di incontri casuali in vetta, quelli in cui si dice nascondendo la bici “io son salito in funivia solo per mangiare la polenta” (poco credibile se uno è sudato come un cammello e vestito di lycra attillata - Rapha only, per carità!).
Fasi di studio "amichevole"
Il “Semplice Conoscente” osserva
sorridente il gruppo di allegri “amici” e nota confortato la moltitudine di
gambe pelose (la gamba depilata tradisce lo spirito agonistico, quindi mai
presentarsi depilati al via del Mottarone!). Salvo poi avere qualche dubbio
quando vede che i peli sono di ricrescita recente e che sotto i polpacci coperti
di pallida fresca peluria guizzano muscoli torniti. Dubbio che si
rafforza notando bici che sembrano astronavi da decine di migliaia di euro
attrezzate con bigliettini con i passaggi cronometrici dettagliati ai vari
punti cruciali della salita.
Ma in fondo il “semplice conoscente”
è fiducioso e scaccia questi pensieri preoccupanti. Dai, siamo tra “amici”! E
infatti cerca un amichevole prezioso compagno di salita, spesso lo stesso che
lo ha invitato. E si accorda per salire insieme, allo stesso passo, per godersi
lo spettacolo. Ma l’allegra e ingenua fiducia del “semplice conoscente” si
spegne non appena vede l’”amico” scattare al via come se non ci fosse un
domani, al grido di “andiamo su regolari!”
Il “Semplice Conoscente” ascolta con attenzione le raccomandazioni di
Gianfranco prima del via, quando il gruppo ribolle di tensione (ma il “semplice
conoscente” non la percepisce); e quindi si appresta a partire con cautela,
prestando attenzione alle possibili auto in arrivo da sopra o sotto, e senza
invadere la corsia opposta, e facendo attenzione a chi ha accanto etc etc. Ma
Poi Gianfranco grida “ok allora tre
..due …” PUM! Il gruppo salta come un tappo di champagne! Ed ecco il “prudente
semplice conoscente” che vede sfrecciare
alla sua destra, sinistra, sopra e sotto tanti piccoli Froome in piena trance
da “primo km”, che insultano le auto in arrivo dopo averle indotte a gran gesti
ad abbandonare la propria corsia.
Il “Semplice Conoscente” sa che dopo la prima parte della salita, quel
gradevole assaggio del piatto di giornata che arriva fino a Levo, c’è un tratto
di falsopiano. Ma non sa che in questo sabato su quel falsopiano in bici si
toccano velocità motoristiche. In fondo se è da 20 minuti che vedo il culo del
mio “amico” che ondeggia lì più su davanti a me e non riesco ad acchiapparlo, quale posto migliore del falsopiano di Levo
per superarlo di slancio sorridendogli beato (e un po’ bastardo)?
Il “Semplice Conoscente” non conosce
bene la salita e quindi tira un gran sospiro di sollievo quando il suo “amico”,
al quale è riuscito con enorme fatica a tenersi attaccato coi denti, gli dice
poco prima della sbarra : “ecco adesso un breve falsopiano in discesa ed è
finita”. E quindi sorride ignaro mentre scende verso l’attacco della parte più
dura della scalata. Salvo farsi qualche domanda sulle qualità morali dell’”amico”
dopo una ulteriore ora abbondante di spolmonamento ansante senza che ancora si
veda la vetta.
Il “Semplice Conoscente” tutte
queste cose non le sa. Ma le impara la prima volta. Il primo Mottarone è una
cerimonia di passaggio, una sorta di rito di iniziazione dopo il quale niente è
più lo stesso. Cambiano le prospettive sugli amici, lo sport, la natura.
Arrivi che sei un beato e ottimista “semplice
conoscente” per il quale gli amici sono
importanti sostegni, lo sport è sano e la natura è amica.
Riparti da Baveno che hai l’occhio
socchiuso e diffidente di chi orami è passato dallo stadio di “semplice
conoscente” allo stadio (irreversibile) di “amico”. E per te ormai se l’”amico”
ti sostiene un po’ è per avere il gusto
di spostarsi poi all’improvviso di lato, e lo sport è quella cosa che ti puo’ portare dritto
al composanto e la natura….bè la natura ha creato il Mottarone : natura
amica???
All'arrivo "freschi come roselleine" |
E poi dai, diciamocelo, davvero ‘sto
Mottarone è bastardo : non solo dura 20 km che non finiscono mai, non solo ti
illude per ben due volte che sia finita e invece dopo ti presenta lunghi tratti
di pendenze a due cifre, non solo ha l’ultimo tornante più cattivo che conosca,
che sbuca nel rettilineo largo che maschera vigliacco la pendenza al più del
10% quando ormai le energie sono al lumicino, non solo tutto ciò. In più non ti
da nemmeno una minima soddisfazione quando sei in cima.
Ma porca zozza, in qualsiasi altro
misero collettino o passo si trova un bel grande cartello che proclama il nome
del passo e l’altimetria. E ecco lì che vedi orgogliosi ciclisti che si
fotografano davanti al “Colle Altissimo (m.185)”. E qui arrivi in cima , cerchi
un segno della vetta, una testimonianza del tuo successo e cosa trovi? Il
cartello scalcagnato e semiarrugginito con scritto “benvenuti al Mottarone” Ma
benvenuti deche? Quella salita rognosa
che mi morde ancora le gambe era il benvenuto? E poi dai ….il nome : “Mottarone”
ma che nome è? Manghèn! Stelvio! Kaunertal! Questi sì che sono nomi che
incutono rispetto! Ma Mottarone? E poi sul cartello dov’è il numerino magico
della quota? La foto sotto il cartello “benvenuti al Mottarone” ricorda una
gita in pulman del dopolavoro (con utile presentazione di pentolame durante il
tragitto) altro che epica impresa ciclistica!
Ma il “Semplice Conoscente” queste
cose non le sa. D’altro canto, è ancora un semplice conoscente. E non sa che,
una volta che avrà superato la linea d’ombra del primo Mottarone poi non potrà
più farne a meno. E anche lui, come gli altri “amici” ruoterà le sue vacanze e
i suo impegni in funzione dell’allenamento per la “scalata più bella che ci sia”;
quella a cui d’ora in poi non vorrà mai
mancare; nemmeno dopo vent’anni.
1 commento:
Ahahahahahhaahahahaha bellissima!!
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